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| Denominazioni | Sepolcro di Santa Lucia; Cappella del Sepolcro; Tempietto ottagonale |
|---|---|
| Tipologia | Edificio religioso (cappella sepolcrale, tempietto barocco) |
| Ubicazione | Piazza Santa Lucia, Siracusa (SR) |
| Quartiere | Borgata Santa Lucia |
| Contesto | Adiacente alla basilica di Santa Lucia extra moenia; soprastante le catacombe di Santa Lucia |
| Datazione | 1618–1634 |
| Fasi costruttive | 1618: affidamento ai Frati Minori; 1629–1630: progetto e cantiere; 1634: completamento e dotazione scultorea |
| Progetto | Attribuito a Giovanni Vermexio |
| Committenza | Senato di Siracusa; Ordine dei Frati Minori Riformati |
| Ordine custode | Frati Minori (custodia dal 1618 a oggi) |
| Elementi notevoli | Pianta ottagonale semi-ipogea; capitelli a conchiglia e mascherone; cupola ribassata (“cuboletta”) |
| Opere principali | Statua marmorea di Santa Lucia giacente (Gregorio Tedeschi, 1634) |
| Vincoli e tutela | Bene monumentale tutelato (complesso di Santa Lucia al Sepolcro); santuario diocesano dal 2018 |
| Accessibilità | Interno semi-ipogeo raggiungibile tramite scale; catacombe visitabili solo con guida autorizzata |
| Coordinate | 37°04′23″N 15°17′29″E |
| Link ufficiali | basilicasantalucia.com |
Il Sepolcro di Santa Lucia è una cappella sepolcrale ottagonale di Siracusa, situata in piazza Santa Lucia nel quartiere della Borgata. L’edificio, in parte interrato, venne eretto agli inizi del Seicento sul luogo che la tradizione identifica come il punto della deposizione del corpo di santa Lucia, martirizzata il 13 dicembre 304. Il tempietto sorge accanto alla basilica di Santa Lucia extra moenia, dalla quale è tuttavia indipendente per funzione e struttura: mentre la basilica funge da chiesa parrocchiale e custodisce opere d’arte maggiori, la cappella ottagonale è dedicata esclusivamente alla memoria tombale della martire siracusana. Dal 2018 fa parte del santuario diocesano di Santa Lucia al Sepolcro ed è tuttora affidato all’Ordine dei Frati Minori, che ne cura il culto e la tutela.
Denominazione e collocazione
L’edificio è noto come “Sepolcro di Santa Lucia” per la sua funzione di sacello funerario della santa, ma è chiamato anche “Cappella del Sepolcro” per il carattere raccolto di luogo di preghiera e popolarmente “tempietto ottagonale” in riferimento alla sua pianta. Sorge al centro di piazza Santa Lucia, nel cuore del quartiere omonimo (detto anche Borgata), che si sviluppò in età moderna attorno al santuario extraurbano dedicato alla patrona. Anticamente la zona era extra moenia – esterna alle mura cittadine – e proprio tale isolamento favorì nei secoli il mantenimento del culto sul luogo del martirio. Con l’espansione urbana ottocentesca la piazza Santa Lucia è stata inglobata nel tessuto cittadino, ma conserva nel toponimo la memoria della posizione originaria “fuori le mura”.
Il tempietto è contiguo ma non comunicante con la basilica medievale di Santa Lucia. I due edifici formano un unico complesso devozionale, collegato dallo spazio aperto della piazza e da percorsi ipogei, ma distinto per utilizzo: la basilica accoglie le funzioni liturgiche parrocchiali e le principali celebrazioni patronali, mentre la cappella ottagonale è riservata alla venerazione del sepolcro della santa e a momenti di preghiera silenziosa. Durante la festa annuale di Santa Lucia (13–20 dicembre) le celebrazioni solenni e il venerato simulacro argenteo della martire sono ospitati nella basilica, mentre il tempietto resta un luogo di culto più intimo e di pellegrinaggio personale.
Storia
Martirio di Lucia e sepoltura nel locus sanctus
Lucia di Siracusa, giovane cristiana, subì il martirio il 13 dicembre 304 durante la persecuzione di Diocleziano. Le fonti agiografiche narrano che Lucia, denunciata per la sua fede dal promesso sposo offeso dal voto di verginità della giovane, fu condannata a morte dal console Pascasio dopo che vari supplizi (come il tentativo di bruciarla viva) risultarono inefficaci. La santa trovò la morte per decapitazione o colpo di spada alla gola, dopo aver confortato i suoi correligionari e ricevuto la Comunione. Il corpo, secondo il racconto tramandato negli Atti greci del martirio, fu raccolto dai cristiani e deposto in un loculo scavato nella roccia all’interno delle catacombe sotto la città. L’ipogeo funerario oggi noto come catacomba di Santa Lucia (situato sotto l’attuale piazza) costituisce una delle prime testimonianze archeologiche del cristianesimo in Sicilia: il cimitero, articolato in più regioni, iniziò a svilupparsi già nella prima metà del III secolo e rimase in uso fino al V secolo. Già nel IV secolo, con la pace costantiniana, i cristiani siracusani onoravano la tomba di Lucia come luogo santo: alcune parti delle catacombe furono trasformate in ambienti di culto (come l’oratorio dei Quaranta Martiri con affreschi altomedievali) e fu probabilmente eretto un piccolo santuario in superficie in corrispondenza della sepoltura.
Devozione continua e smarrimento delle reliquie (IV–XIII secolo)
La venerazione di Santa Lucia sul posto del martirio continuò anche nei secoli successivi, nonostante le vicende turbolente che portarono alla perdita delle reliquie. Nel Medioevo le fonti attestano l’esistenza di una chiesa dedicata a Santa Lucia fuori le mura, sorta in epoca bizantina o normanna sopra l’ipogeo tombale. Durante la dominazione araba di Siracusa (878–1086), la comunità cristiana locale avrebbe nascosto il corpo della martire per proteggerlo da profanazioni; secondo la tradizione, i resti furono celati in un luogo segreto delle catacombe. Nel 1039, con la città tornata sotto controllo bizantino, il generale Giorgio Maniace recuperò segretamente il corpo di Lucia e lo trasferì a Costantinopoli, offrendolo in dono all’imperatrice (identificata in alcune fonti con Teodora). Le reliquie rimasero in Oriente fino al 1204, quando durante la quarta crociata i Veneziani saccheggiarono Costantinopoli e trafugarono anche il corpo di Santa Lucia, portandolo a Venezia. Da allora la santa è venerata a Venezia, dove le sue spoglie sono custodite nella chiesa dei Santi Geremia e Lucia. A Siracusa rimase dunque il sepolcro vuoto, ma non venne meno la devozione per il luogo originario: i fedeli continuarono a onorare la memoria della martire presso la sua tomba, considerandola un memoriale santo.
In età normanna (XI–XII secolo) l’area del sepolcro conobbe una rinascita monumentale. Intorno all’anno 1100 fu edificata una basilica a tre navate dedicata a Santa Lucia, probabilmente ricalcando l’impianto di un precedente edificio paleocristiano andato distrutto. La chiesa normanna – corrispondente nelle linee generali all’attuale basilica – incorporò alcune strutture precedenti (absidi e forse parti di muratura orientale) e segnò la definitiva affermazione del culto luciano ufficiale nel sito extraurbano. Fonti e cronache dei secoli successivi menzionano inoltre la presenza, accanto alla basilica, di un piccolo oratorio dedicato a Sant’Agata, amica e patrona alla quale Lucia era legata nella tradizione agiografica. Tale cappella minore, presumibilmente eretta in epoca medievale sul punto preciso della tomba, fungeva da accesso all’ipogeo funerario: il viaggiatore Pietro Della Valle, in visita a Siracusa nel dicembre 1625, descrive un’«angusta cappelletta di Sant’Agata» attraverso la quale si scendeva alle grotte sottostanti il santuario. Questa chiesetta del sepolcro restò in uso per secoli, mantenendo viva la memoria topografica della deposizione, finché fu demolita nel Seicento per fare spazio al nuovo tempietto.
Il progetto del tempietto (1618–1634): Francescani, Senato e Vermexio
L’iniziativa di realizzare un monumento stabile e indipendente sul luogo del sepolcro maturò agli inizi del XVII secolo. Nel 1618 il Senato cittadino affidò ai Frati Minori Riformati la custodia del santuario luciano extra moenia, avviando con loro un programma di rinnovamento degli edifici sacri dell’area. Mentre si procedeva a restauri e modifiche della basilica normanna, si progettò anche la costruzione ex novo di una cappella sepolcrale monumentale, destinata a proteggere e onorare il preciso punto della tomba. Intorno al 1629 il Senato dispose ufficialmente la costruzione del “tempio” sul sepolcro, stanziando a tal fine i proventi di un’imposta pubblica (la gabella del “grosso e del sottile”) per un importo di 800 oncie. La progettazione fu affidata all’architetto siracusano Giovanni Vermexio (detto anche Giuseppe Vermiglio), già impegnato in quegli anni nell’ammodernamento della basilica e in altre opere cittadine. Giovanni Vermexio – figura di spicco del barocco aretuseo – concepì per il sepolcro un edificio a pianta centrale, di forma ottagonale, armonizzando l’esigenza di monumentalità con quella di rispettosa discrezione imposta dalla sacralità del sito funerario. Per far posto al nuovo sacello si rese necessaria la demolizione della preesistente cappella di Sant’Agata, che avvenne nel corso dei lavori: lo spazio del tempietto venne infatti ricavato esattamente al di sopra del loculo della santa, dopo aver eliminato le strutture antiche circostanti.
Vincoli militari e completamento dell’opera (1630–1634)
I lavori del tempietto ottagonale procedettero rapidamente e intorno al 1630 la struttura risultava già definita nelle sue parti essenziali. Tuttavia, durante il cantiere, intervennero le autorità militari della piazzaforte di Siracusa imponendo modifiche sostanziali al progetto originario. Il comandante spagnolo temeva che un edificio troppo elevato in quella posizione potesse costituire un pericolo in caso di assedio. Per ordine dei militari fu quindi interrotta la costruzione dell’elevato superiore e venne imposto un profilo ribassato per la copertura. Tali prescrizioni determinarono l’aspetto finale del sacello: il progetto originario prevedeva probabilmente un secondo ordine sopra l’ottagono e una cupola più alta, ma la versione realizzata dovette rinunciare a queste soluzioni in favore di un assetto più basso e raccolto. Il tempietto fu completato con una piccola cupola fortemente ribassata – definita localmente “cuboletta” – e con un’altezza totale contenuta. La parte inferiore dell’aula fu in parte scavata sotto il livello della piazza, sfruttando il dislivello naturale: ne risultò una volumetria semi-ipogea.
Nell’estate del 1634, il Sepolcro di Santa Lucia ricevette la sua dotazione artistica più importante. Il Senato di Siracusa commissionò allo scultore fiorentino Gregorio Tedeschi una statua raffigurante la santa giacente, destinata a simboleggiare la presenza della martire nel nuovo sacello. L’opera fu terminata nel 1634 e collocata al di sopra del loculo, in posizione orizzontale entro l’altare centrale del tempietto.
Vicende successive: devozione, miracoli e tutela
Il terremoto del 1693 causò danni anche al complesso di Santa Lucia ma non ne comportò la distruzione. La basilica subì lesioni e richiese consolidamenti e aggiunte barocche, mentre il tempietto ottagonale superò il sisma con danni minori. Nel 1735 il Sepolcro di Santa Lucia fu teatro di un evento prodigioso: nei giorni 6, 7 e 8 maggio 1735 la statua marmorea di Lucia iniziò a trasudare gocce di liquido dal volto e dalle mani, fenomeno osservato da frati e fedeli e verificato da una commissione. Il prodigio fu riconosciuto come «vero, reale e miracoloso» dal Tribunale diocesano il 20 gennaio 1736. Le chiazze brunastre sul collo e sul petto del simulacro vengono tradizionalmente associate a quel “prodigioso sudore”.
Nel 1912 la statua marmorea venne rimossa dall’altare e collocata entro una teca di vetro sotto la mensa, al fine di proteggerla meglio. L’altare seicentesco originale in marmi policromi fu in parte smontato; i suoi elementi superstiti sono stati restaurati e riassemblati in epoca recente (2020), con collocazione espositiva all’interno della cappella.
Il 13 dicembre 2018, in occasione del IV centenario dell’arrivo dei Francescani, l’arcivescovo di Siracusa Salvatore Pappalardo ha elevato ufficialmente la basilica del Sepolcro al rango di santuario diocesano. La custodia pastorale e materiale resta affidata ai Frati Minori.
Architettura e spazio interno
Esterno
Il tempietto del Sepolcro si presenta come un prisma ottagonale basso e massiccio. A causa dei vincoli militari seicenteschi, l’edificio è in gran parte interrato: sorge su un piano ribassato rispetto al livello stradale, con la base incassata nel terreno e solo la parte superiore emergente. La parte posteriore è addossata al banco roccioso ed è meno rifinita, mentre le facciate verso la piazza e la basilica sono decorate. Ciascun lato dell’ottagono è scandito da paraste e nicchie poco profonde; agli spigoli si impostano contropilastri. I capitelli presentano conchiglie scolpite e mascheroni grotteschi. La copertura reca una piccola volta a calotta fortemente ribassata (“cuboletta”). L’accesso principale avviene tramite una doppia rampa di scale in pietra.
Interno

L’interno del tempietto è uno spazio raccolto e austero, di forma perfettamente ottagonale. Le pareti sono in pietra chiara e prive di affreschi, scandite da lesene. La copertura interna è una cupola emisferica ribassata suddivisa in otto spicchi. Al centro pende un grande lampadario in vetro di Murano, aggiunta dei primi del Novecento. L’illuminazione naturale penetra da piccoli oculi e finestrelle superiori.
Altare e area del sepolcro
L’unico altare è addossato al lato nord dell’ottagono, in asse con il luogo della tomba. Al centro della mensa si inserisce un’urna-teca rettangolare in vetro, all’interno della quale giace il simulacro marmoreo della santa. Dietro l’altare, sulla parete di fondo, si apre un piccolo vano incavato nella roccia: è il loculo funerario originario, ovvero la nicchia dove il corpo di Lucia sarebbe stato deposto nel 304. Questa cavità è incorniciata da un retablo ligneo dorato con iscrizione: «Lucia omnis plebs te expectat».
Nel loculo si notano tracce di pittura murale e una lastra con figure simboliche (cane, grifone e colomba). Sul pavimento antistante l’altare una botola segna l’accesso al vano sottostante e alle gallerie catacombali, visitabili con guida.
Lungo il perimetro dell’aula sono presenti sedute, supporti per candele votive e un sarcofago in marmo grigio a memoria simbolica della sepoltura. È presente anche una statua lignea di san Zosimo, vescovo siracusano legato al culto luciano.
Opere e arredi
Il simulacro marmoreo di Santa Lucia

La statua di Santa Lucia giacente, scolpita da Gregorio Tedeschi nel 1634, costituisce il fulcro artistico e devozionale del tempietto. Raffigura la santa distesa sul fianco destro, con il capo reclinato su un cuscino e il volto sereno; la resa dei drappeggi e la scelta iconografica rispondono alla funzione di “presenza visibile” sul sepolcro.
Il simulacro è legato al prodigio del “sudore” del 1735, ricordato nella tradizione cittadina e negli atti di verifica ecclesiastica. Dal 1912 è protetto da una teca.
Altre opere e arredi
Oltre al simulacro di Santa Lucia, nella cappella sono presenti la statua lignea di san Zosimo e un sarcofago in marmo grigio, oggi vuoto, con funzione commemorativa. Sono visibili anche frammenti dell’altare seicentesco in marmi policromi, ricomposti e riallestiti nel 2020.
Basilica-santuario di Santa Lucia al Sepolcro e rapporto con il tempietto
La basilica di Santa Lucia extra moenia è la chiesa maggiore che sorge accanto al tempietto seicentesco, con il quale costituisce un unico complesso monumentale e devozionale. La basilica attuale fu costruita in età normanna (fine XI secolo) sul luogo di precedenti edifici legati al culto di Lucia. Ha pianta a tre navate e conserva strutture medievali integrate da rifacimenti successivi. La basilica svolge le funzioni liturgiche principali e custodisce opere d’arte assenti nel tempietto.
Sull’altare maggiore della basilica si trova la tela Il Seppellimento di Santa Lucia (1608) di Caravaggio, ricollocata nella basilica nel dicembre 2020 dopo restauro.
La basilica è il centro delle manifestazioni devozionali solenni: durante la festa di dicembre il simulacro argenteo della santa viene portato in processione dal Duomo alla basilica e vi rimane esposto per l’ottavario (13–20 dicembre). Per un quadro d’insieme delle celebrazioni: Citymap Sicilia – Festa di Santa Lucia a Siracusa. Il tempietto, in quei giorni, resta generalmente destinato alla preghiera individuale o con accessi regolati.
La basilica ha accolto anche il ritorno temporaneo delle reliquie della santa. Nel dicembre 2004 il corpo di Santa Lucia è stato riportato a Siracusa per alcuni giorni; eventi analoghi si sono ripetuti nel 2014 e nel 2024.
Devozione e usi liturgici
La cappella del Sepolcro è un luogo di culto attivo e meta di pellegrinaggi personali. Oggi le messe ordinarie si svolgono soprattutto nella basilica, mentre il tempietto è riservato a preghiera, visite guidate e momenti devozionali. In alcune prassi locali, il giorno 13 del mese è dedicato a un momento di preghiera presso il sepolcro.
La devozione luciana a Siracusa comprende tradizioni legate alla carestia del 1646 e alla festa di maggio (“del patrocinio” o “delle quaglie”).
Conservazione e restauri
Il tempietto è sottoposto a tutela e a costante attenzione conservativa. Gli interventi documentati riguardano soprattutto manutenzione e restauro. Un punto chiave è l’adeguamento del 1912 con la teca per il simulacro e la rimozione parziale degli apparati marmorei dell’altare. Negli ultimi decenni si sono svolti controlli periodici sulle superfici, sull’umidità e sullo stato della statua e dell’ancona lignea.
Visita e fruizione
Il santuario di Santa Lucia al Sepolcro è aperto al pubblico. L’accesso al tempietto è regolato anche per ragioni di capienza e tutela. Le visite alle catacombe avvengono in forma guidata, con orari stagionali o su prenotazione.
Accessibilità
Accessibilità motoria

L’accesso al tempietto avviene attraverso scale e non risultano presenti rampe fisse. Questo rende la visita difficile per chi usa una sedia a rotelle e faticosa per chi ha ridotta mobilità. All’interno lo spazio centrale è relativamente libero, ma resta critico l’accesso dall’esterno.
Accessibilità visiva
L’interno ha un’impostazione simmetrica, con un asse che conduce verso l’altare. L’illuminazione naturale aiuta l’individuazione del fulcro devozionale, ma non risultano percorsi tattili, mappe tattili o indicazioni in braille. L’orientamento per non vedenti dipende dall’accompagnamento.
Accessibilità uditiva
Le informazioni sono affidate soprattutto a pannelli testuali e all’osservazione diretta. Non risultano sistemi audio dedicati o impianti ad induzione magnetica. La fruizione per persone sorde dipende dai materiali scritti e dalle modalità della visita guidata.
Accessibilità cognitiva
Lo spazio ha un unico punto focale e un percorso breve. Può aiutare una segnaletica essenziale che distingua chiaramente il tempietto dal resto del complesso, con testi brevi e chiari.
Suggerimenti
Misure migliorative compatibili con tutela: dispositivi mobili per superare le scale (su richiesta), corrimano discreti, QR per descrizione accessibile, pannelli ad alto contrasto e testi sintetici vicino ai punti principali.
Bibliografia
- Capodieci, Giuseppe Maria. Tavole delle cose più memorabili della storia di Siracusa. Messina: Giuseppe Fiumara, 1821.
- Fazello, Tommaso. Della Storia di Sicilia – Deca II. Palermo: G. Assenzio, 1817.
- Graziano, Mario. Santa Lucia nella devozione popolare di Siracusa. Siracusa: Ed. UAPS, 1985.
- Palermo, Salvatore. Il Sepolcro di Santa Lucia in Siracusa. Siracusa: Edizioni Arci, 1979.
- Romeo, Salvatore (a cura di). Santa Lucia di Siracusa: martirio, culto, iconografia. Atti del Convegno, Siracusa 2004. Palermo: S. Sciascia Editore, 2006.
- VV. AA.. Siracusa – Basilica Santuario di Santa Lucia al Sepolcro. Siracusa: Arcidiocesi di Siracusa, 2019.
Sitografia
- Associazione Santuari d’Italia – Basilica Santuario S. Lucia al Sepolcro, Siracusa.
- Randazzo, Antonio – “Santa Lucia extra moenia”.
- SiracusaCulture – “Il tempietto del Sepolcro di S. Lucia” e “La scultura di S. Lucia morente…”.
- Citymap Sicilia – “La Festa di Santa Lucia a Siracusa”.
- Hermes Sicily – “Catacombe di Siracusa: orari di apertura”.
- Sicilia Sconosciuta – “La cappella di Santa Lucia al Sepolcro…”.
- Santi e Beati – “San Zosimo di Siracusa, vescovo”.
- Famiglia Cristiana – “Riunite a Catania le reliquie di Santa Lucia e Sant’Agata…”.
Scheda aggiunta da Alessandro Calabrò il 15 dicembre 2025 * * *
