Conte Alessandro Statella

Politico e aristocratico siracusano, sindaco di Siracusa tra 1872–1876 e 1890–1894.
Aggiornato in data 18 Dicembre 2025 da Alessandro Calabrò
Per l’elenco completo dei sindaci di Siracusa, vedi Elenco dei sindaci di Siracusa.

Alessandro Statella (Siracusa, 1826 – Siracusa, 1900) è stato un aristocratico e politico siracusano del XIX secolo. Esponente della nobile famiglia Statella e noto con il titolo di conte, fu due volte sindaco di Siracusa (nel 1872–1876 e nel 1890–1894), guidando l’amministrazione cittadina in periodi cruciali del post-unità. Proveniente da un casato legato all’antico regime borbonico, partecipò attivamente alla vita pubblica dopo l’Unità d’Italia, ricoprendo incarichi come comandante della Guardia Nazionale e consigliere comunale prima di assumere la massima carica civica. Durante i suoi mandati da sindaco promosse iniziative di rilancio economico e culturale, contribuendo alla modernizzazione della città e ricevendo prestigiose onorificenze per il servizio reso.

Alessandro Statella
Carica pubblica
CaricaSindaco di Siracusa
Primo mandato1872 – 1876
PredecessoreRaffaele Pria
SuccessoreGiambattista Rizza
Secondo mandato1890 – 1894
Dati personali
TitoloConte
Nascita1826 (circa), Siracusa
Morte1900, Siracusa
FamigliaPadre: Enrico Statella; madre: Marianna Musso; fratello: Vincenzo Statella; figlio: Enrico Statella
OnorificenzeCavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1893)

Biografia

Origini e famiglia

Alessandro Statella nacque nel 1826, discendente di un’antica famiglia nobile di origine spagnola insediata in Sicilia sin dal Medioevo. Il suo ramo familiare faceva capo ai principi di Cassaro e marchesi di Spaccaforno: uno zio, Antonio Statella, fu principe di Cassaro fino al 1864, e la casata detenne a lungo la signoria di Spaccaforno (oggi Ispica). Suo padre, Enrico Statella (morto nel 1859), era fratello minore del principe di Cassaro e servì come alto ufficiale borbonico (maresciallo sotto il re Ferdinando II). La madre, stando a genealogie locali, si chiamava Marianna Musso. Alessandro ebbe diversi fratelli, tra cui Vincenzo Statella (nato nel 1828), patriota garibaldino caduto nel 1866 nella battaglia di Custoza e celebrato come eroe risorgimentale.

Statella si unì in matrimonio con una nobildonna, probabilmente appartenente alla famiglia Trabucco di Castagneto, di origini siciliane e piemontesi. Dal matrimonio nacque almeno un figlio maschio, Enrico Statella (circa 1863–1935), destinato a ereditare il titolo di conte e a sua volta figura di rilievo a Siracusa (sarà sindaco negli anni 1920). È possibile che la coppia avesse anche figlie femmine, poi maritate in altre famiglie aristocratiche (come i Borghese). Enrico Statella fu l’ultimo discendente maschio della casata: con la sua morte nel 1935 si estinse la linea diretta degli Statella, mentre i rami femminili erano già confluiti in altri casati nobiliari.

Titolo nobiliare

Le fonti coeve si riferiscono ad Alessandro Statella con il titolo di “conte”. In atti ufficiali del Regno d’Italia egli è citato esplicitamente come conte, a indicare un riconoscimento formale di tale dignità. Si trattava verosimilmente di un titolo secondario ereditario o di cortesia legato al suo ramo familiare, poiché il titolo primario di principe di Cassaro spettò ad altri membri e si estinse nel 1878 con la morte senza eredi maschi di un cugino (Pietro Statella). Non di meno, l’appellativo di conte accompagnò Alessandro in tutti i documenti, testimonianza del suo status nell’aristocrazia locale dell’epoca.

Formazione e attività

Non sono noti dettagli sulla formazione scolastica o accademica di Alessandro Statella. Date le origini aristocratiche, è presumibile che abbia ricevuto un’educazione privata di alto livello, forse tramite precettori o presso istituti religiosi, come consuetudine per i giovani nobili dell’Ottocento. Dopo l’Unità d’Italia (1861) intraprese comunque ruoli pubblici che presupponevano buone competenze amministrative e giuridiche. Un segno delle sue capacità fu la nomina, nei primi anni post-unitari, a comandante della Guardia Nazionale di Siracusa: questo corpo di milizia cittadina, istituito per mantenere l’ordine locale con l’apporto dei notabili patrioti, era solitamente affidato a persone di fiducia e con prestigio. La guida della Guardia Nazionale (incarico che Statella ricoprì intorno al 1861 – 1865) suggerisce che possedesse attitudini organizzative e conoscenze adeguate – spesso tale ruolo veniva riservato a ex ufficiali o membri dell’aristocrazia liberale.

In quanto membro di uno dei principali casati siracusani, Statella non esercitò una professione in senso moderno, ma fu principalmente un grande proprietario terriero (possidente) e amministratore dei beni familiari. Nel XIX secolo gli Statella possedevano vaste terre agricole e immobili sia nell’area di Spaccaforno/Ispica (feudo storico di famiglia) sia nei dintorni di Siracusa, da cui traevano rendite. Fino agli anni 1840 la famiglia godeva ancora di antichi privilegi feudali su mulini, acque e terreni, aboliti poi dalle riforme borboniche prima e da quelle post-unitarie poi. La fine del feudalesimo e il mutare delle condizioni economiche ridussero progressivamente il patrimonio di famiglia: documenti d’archivio indicano che a metà Ottocento gli Statella, gravati da debiti e dalla perdita di rendite (come i dazi sulla molitura delle farine, sulle acque, sulle fiere), iniziarono a vendere parte dei loro possedimenti. Emblematico fu la vendita del palazzo signorile di Spaccaforno (poi divenuto Palazzo Bruno, attuale sede municipale di Ispica). Alessandro Statella si trovò dunque a gestire un patrimonio in trasformazione da feudale a immobiliare, mantenendo comunque lo status di notabile facoltoso a Siracusa che gli permise di dedicarsi alla politica senza bisogno di impieghi retribuiti. Come molti nobili del tempo, il suo “lavoro” consisteva nell’amministrare le proprietà e nel ricoprire ruoli pubblici di rappresentanza e beneficenza. A riprova del suo ruolo sociale, negli anni successivi all’Unità fu insignito di varie onorificenze: già nei primi anni 1870 risulta Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (spesso menzionato come “Cav. Statella” in atti dell’epoca), e nel 1893 fu nominato Commendatore nell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro dal re Umberto I, in occasione della festa nazionale di quello stesso anno. Questi titoli onorifici confermano il profilo di gentiluomo attivo e stimato nella vita pubblica siracusana.

Carriera pubblica

Guardia Nazionale e primi incarichi

Dopo il crollo del Regno borbonico e l’annessione della Sicilia al Regno d’Italia (1860 – 1861), Alessandro Statella – pur provenendo da una famiglia in parte legata al vecchio regime – aderì al nuovo ordine unitario. Oltre a guidare la Guardia Nazionale a Siracusa nei primi anni post-unitari, entrò ben presto nelle istituzioni locali: negli anni 1860 fu consigliere comunale e acquisì crescente influenza nel Municipio. Già intorno al 1870 risulta che Statella ricoprisse di fatto un ruolo apicale nell’amministrazione cittadina, venendo talora indicato come sindaco (o facente funzione) prima ancora della nomina ufficiale. Formalmente il sindaco in carica fino al 1871 era Raffaele Pria, ma è probabile che Statella abbia svolto funzioni vicarie (ad esempio come assessore anziano o presidente del Consiglio comunale) in preparazione al suo avvento alla guida della città. All’inizio del 1872, in un mutato scenario politico nazionale, il Consiglio comunale elesse Statella alla carica di sindaco di Siracusa.

Altri ruoli e incarichi

Parallelamente al ruolo di sindaco (dettagliato nella sezione successiva), Statella fu attivo in diversi ambiti della vita pubblica locale. Fece parte di diritto di vari comitati cittadini istituiti per iniziative economiche e culturali: ad esempio nel 1871 presiedette il comitato organizzatore dell’Esposizione Agraria-Industriale provinciale, la grande fiera tenuta quell’anno a Siracusa. Inoltre partecipò a commissioni e consigli sia a livello comunale sia provinciale: le cronache dell’epoca ne attestano la presenza nelle assemblee rappresentative, segno del suo rango e dell’influenza politica. Negli anni in cui non fu sindaco (dopo il 1876 e prima del 1890) continuò a gravitare nell’amministrazione come notabile di riferimento, pronto a subentrare temporaneamente in caso di necessità.

Un episodio significativo si verificò nel 1884, quando Siracusa si ritrovò priva del sindaco titolare a seguito delle dimissioni (o della morte) del sindaco in carica, Giuseppe Reale. In settembre di quell’anno il prefetto nominò il conte Statella sindaco ad interim. Fonti d’archivio confermano che nel settembre 1884 “era sindaco il conte Alessandro Statella”; a fine dicembre 1884 risultava poi un sindaco facente funzioni (l’assessore anziano Enrico Moscuzza) per la gestione ordinaria. Ciò indica che Statella servì per alcuni mesi come commissario straordinario, traghettando il Comune fino all’insediamento di un nuovo consiglio (che avvenne agli inizi del 1885). Questo incarico lampo testimonia la fiducia riposta nelle sue capacità amministrative e nel suo prestigio super partes.

Al di fuori degli incarichi politici, Statella ebbe un ruolo attivo anche nel tessuto socio-culturale cittadino. Partecipò a cerimonie pubbliche, presiedette celebrazioni patriottiche (ad esempio anniversari dell’Unità nazionale, inaugurazioni di monumenti) e sostenne iniziative benefiche. Il suo nome compare, tra l’altro, fra i patrocinatori istituzionali che favorirono la formazione di giovani talenti siracusani: ad esempio, intorno al 1890 il Comune di Siracusa guidato da Statella e la Deputazione provinciale finanziarono gli studi dell’artista Luigi Campisi presso l’Accademia di Belle Arti, mostrando l’attenzione di Statella verso la promozione culturale della città.

Sindaco di Siracusa

Primo mandato (1872–1876)

Alessandro Statella assunse ufficialmente la carica di sindaco di Siracusa all’inizio del 1872, succedendo a Raffaele Pria (rimasto in carica fino al 1871). Il suo primo mandato si protrasse per circa quattro anni e si concluse alla fine del 1876. Secondo la cronotassi comunale, Statella fu sindaco dal 1872 al 1876; a inizio 1877 gli subentrò Giambattista Rizza, eletto sindaco nel gennaio di quell’anno.

Questo primo periodo di amministrazione Statella coincise con anni cruciali in cui la città cercava di risollevarsi dalla stagnazione economica e sociale del primo decennio post-unitario. Statella impostò un’azione di governo locale mirata al rilancio e alla modernizzazione di Siracusa in vari settori.

Sviluppo economico e promozione. Uno dei primi atti della sua amministrazione fu sostenere l’Esposizione Agraria e Industriale Provinciale del 1871. Questo grande evento fieristico – tenutosi a Siracusa nell’agosto 1871 – si rivelò un notevole successo. L’esposizione fu inaugurata il 16 agosto 1871 con solenne cerimonia, alla presenza di tutte le autorità: il sindaco conte Statella pronunciò il discorso inaugurale insieme al prefetto Achille Basile e ad altri notabili. La fiera richiamò in città produttori e visitatori da tutta la Sicilia, fungendo da vetrina per le potenzialità economiche locali. Statella ebbe il merito di aver creduto nell’iniziativa, mobilitando risorse comunali e provinciali: la riuscita dell’evento, definita dalle cronache “superiore ad ogni aspettativa”, fu anche frutto del suo impegno e rappresentò un momento di orgoglio civico per Siracusa. Attraverso questa fiera – e altre misure di stimolo – la città iniziò a scrollarsi di dosso “il torpore di un lungo periodo sciagurato” borbonico, risvegliando energie imprenditoriali e fiducia nel futuro.

Infrastrutture e opere pubbliche. L’amministrazione Statella avviò progetti di grande rilievo. Un’opera simbolica fu la costruzione di un nuovo teatro civico (poi chiamato Teatro Comunale “Massimo”). Già nel marzo 1872 il sindaco affidò all’ingegnere militare Antonino Breda l’incarico di progettare un grande teatro cittadino. La posa della prima pietra avvenne con una cerimonia il 14 marzo 1872, alla presenza di Statella stesso. Questa iniziativa mostrò la volontà di dotare Siracusa di infrastrutture culturali moderne, paragonabili a quelle delle altre città siciliane. I lavori del teatro subirono poi rallentamenti tecnici e legali negli anni seguenti, ma l’idea seminata da Statella fu portata avanti e l’edificio venne infine completato nel 1897 (durante il suo secondo mandato da sindaco). Oltre al teatro, il Comune curò il miglioramento della viabilità: ad esempio finanziò la costruzione di un tratto di strada rotabile per collegare la frazione di Priolo alla nuova stazione ferroviaria, stanziando a tal fine 500 lire nel 1873. Tale opera migliorava i collegamenti tra le zone rurali e il nodo ferroviario (la linea Siracusa–Catania era stata inaugurata nel 1871, rompendo l’isolamento della città).

Servizi pubblici e igiene urbana. Durante il mandato Statella si compirono passi avanti nell’organizzazione dei servizi civici. Nel 1874 il Comune istituì formalmente un corpo di guardie municipali: con deliberazione del 4 luglio 1874 venne creato il Corpo dei Vigili Urbani, composto da quattro guardie civiche e un comandante, gettando le basi della polizia municipale siracusana. Contestualmente, l’amministrazione intervenne per potenziare la nettezza urbana e la manutenzione degli spazi pubblici, anche con finalità igienico-sanitarie (era ancora vivo il ricordo della grave epidemia di colera del 1867). Dai documenti contabili del 1873 emergono spese destinate alla sanità locale – ad esempio, un compenso annuo di 400 lire per il medico condotto nelle frazioni – e alla cura del cimitero. L’obiettivo era garantire condizioni più salubri tanto in città quanto nei borghi periferici.

Istruzione e interventi sociali. Statella prestò attenzione anche all’istruzione pubblica e al sostegno sociale. Nel 1873 promosse l’istituzione di una scuola femminile nella borgata di Priolo, accogliendo le richieste degli abitanti: il Consiglio comunale, il 26 maggio 1873, deliberò l’apertura di una scuola per bambine a Priolo, nominando una maestra del luogo (Giovanna Coletta) e stanziando fondi per il suo stipendio. Tale attenzione all’istruzione femminile nelle zone rurali era notevole per l’epoca e rifletteva l’intento di migliorare le condizioni sociali nelle frazioni. Sempre a favore delle comunità suburbane, nell’ottobre 1871 Statella aveva comunicato al prefetto l’adesione del Comune a un progetto governativo che prevedeva sussidi per istruire alcune fanciulle povere delle borgate: l’idea era di inviarle alle Scuole Magistrali di Noto affinché si formassero come future maestre. L’iniziativa, per mancanza di fondi statali, non ebbe seguito pratico, ma dimostra la sensibilità del sindaco verso l’educazione dei ceti meno abbienti.

Finanze e bilancio. I rendiconti comunali dell’epoca delineano le priorità della giunta Statella. Nel Conto amministrativo del 1873 si riscontrano, oltre alle spese per opere pubbliche e scuole già citate, investimenti nella modernizzazione degli uffici (ad esempio 85 lire per registri anagrafici di nascite e morti). Il Comune riorganizzò con cura la riscossione delle imposte locali: il dazio di consumo sulle vendite al minuto nella frazione di Priolo fu dato in appalto a esattori dietro un canone fisso, in modo da assicurare entrate stabili all’ente. La gestione finanziaria di Statella mirò all’equilibrio dei conti e all’aumento delle entrate comunali senza gravare eccessivamente sui cittadini, eliminando anzi alcuni abusi del passato. Proprio negli anni ’70 del XIX secolo lo Stato italiano abolì gli ultimi balzelli di origine feudale (come il “diritto di farinella” che la famiglia Statella esigeva sui mulini): Statella, da aristocratico illuminato, si adeguò a queste riforme rinunciando a privilegi ormai anacronistici e contribuendo così a liberare energie economiche a beneficio di piccoli proprietari e imprenditori locali.

Nel complesso, sotto la prima sindacatura di Statella Siracusa attraversò un periodo di moderato progresso. La popolazione cittadina all’epoca superava di poco le 22 000 unità, ma grazie alle fiere, al collegamento ferroviario appena inaugurato, alle nuove opere pubbliche e a un’amministrazione attenta, la città mostrò segni di risveglio culturale ed economico. Nel 1875 Siracusa fu elevata a capoluogo di circondario (nell’ambito della provincia di Noto), gettando le basi per la futura ricostituzione di una provincia autonoma di Siracusa (che si realizzerà negli anni 1890). Statella lasciò la carica nel 1876 in un clima politico mutato: a livello nazionale, con l’avvento della Sinistra storica di Agostino Depretis (marzo 1876) la Destra venne estromessa dal potere, e anche a livello locale la guida del Comune passò a esponenti di nuova formazione (Giambattista Rizza fu sindaco nel 1877 – 1878).

Secondo mandato (1890–1894)

Dopo oltre un decennio lontano dalla carica di primo cittadino, Alessandro Statella tornò a ricoprire il ruolo di sindaco negli anni Novanta dell’Ottocento. Il suo secondo mandato alla guida di Siracusa coprì il periodo 1890 – 1894: egli subentrò nel 1890 a Raffaele Lanza (sindaco 1885 – 1889) e rimase in carica fino alla fine del 1894, quando gli succedette (dal gennaio 1895) Mario Tommaso Landolina Interlandi. Questo ritorno alla guida del Comune avvenne in un contesto molto diverso dal precedente, segnato da forti tensioni sociali in Sicilia (l’epoca dei Fasci dei Lavoratori) e da una situazione politica nazionale dominata dal governo di Francesco Crispi.

All’inizio del nuovo mandato Statella aveva circa 64 anni e rappresentava per Siracusa un elemento di stabilità ed esperienza. La sua amministrazione, sostenuta dagli ambienti moderati e governativi, dovette confrontarsi con sfide complesse legate all’ordine pubblico e alla questione sociale. Gli anni 1892 – 1894 furono infatti agitati in tutta la Sicilia dal movimento dei Fasci Siciliani, leghe di lavoratori e contadini che protestavano contro la miseria e chiedevano riforme. Anche nel Siracusano vi furono disordini: nelle campagne gruppi di braccianti organizzati compirono occupazioni simboliche di terre incolte. Il governo centrale – guidato da Crispi – temeva derive rivoluzionarie. Nel 1893 il prefetto di Siracusa inviò circolari ai sindaci (Statella incluso) esprimendo “viva preoccupazione per le condizioni economiche della provincia” e raccomandando di dare pane e lavoro alle classi operaie avviando opere pubbliche urgenti, così da prevenire tumulti. Statella recepì tali direttive e, per quanto possibile, attivò cantieri comunali e progetti di pubblica utilità (riparazioni stradali, manutenzioni straordinarie, ecc.) allo scopo di assorbire manodopera disoccupata. Nonostante ciò la crisi agricola era grave (settori come il grano e il vino soffrivano un forte calo dei prezzi) e le tensioni non mancarono.

All’inizio del 1894 la situazione precipitò: il governo Crispi proclamò lo stato d’assedio in tutta la Sicilia (decreto del 3 gennaio 1894) e conferì pieni poteri militari al generale Morra di Lavriano per reprimere i Fasci. Nel giro di pochi giorni furono sciolte per decreto tutte le organizzazioni dei Fasci dei Lavoratori, arrestati i loro dirigenti (compresi deputati socialisti come De Felice e Barbato) e sospese le libertà di riunione e di stampa. A Siracusa città il circolo operaio “Il Tamburo” venne chiuso dalla forza pubblica. In questo frangente drammatico, il sindaco Statella – uomo d’ordine leale al governo – cooperò con le autorità statali nell’attuazione delle misure eccezionali. I prefetti dell’epoca controllavano capillarmente la vita locale, inviando relazioni mensili al Ministero sull’“atteggiamento dei partiti politici e della stampa” e intervenendo direttamente nelle amministrazioni comunali. Non si registrarono contrasti fra Statella e il prefetto: anzi, il sindaco fu probabilmente un garante, agli occhi della borghesia siracusana, dell’azione di governo. Mantenne la calma in città mentre nelle campagne la repressione operata dall’esercito riportava l’ordine con metodi durissimi. La gestione prudente di Statella contribuì ad evitare a Siracusa gli eccessi di violenza che si verificarono altrove nell’isola.

Nonostante le difficoltà finanziarie generali, durante il secondo mandato Statella riuscì a portare avanti alcuni progetti amministrativi. Ad esempio, riprese quota l’annosa questione del Teatro Comunale: dopo lunghe vicende tecniche e legali, nel 1893 il Comune sbloccò il contenzioso con l’appaltatore originario e affidò la direzione dei lavori all’architetto palermitano Giuseppe Damiani Almeyda, riuscendo così a completare l’opera. Il teatro venne poi inaugurato il 15 maggio 1897, pochi anni dopo la fine del mandato di Statella, coronando un progetto da lui lanciato 25 anni prima. Sempre in questi anni Novanta il Comune investì nel miglioramento dei servizi delle borgate: fu ad esempio appaltata l’illuminazione pubblica a petrolio nella borgata di Priolo (nel 1894, con un canone di 101 lire annue per le lampade stradali), e si garantì la presenza stabile di un medico condotto e di un delegato municipale in ciascuna frazione. Dal bilancio comunale del 1894 risulta inoltre che il dazio sulla minuta vendita (l’imposta sul commercio al dettaglio) venne rinnovato in concessione, aumentando le entrate grazie a un appalto quadriennale assegnato al sig. Antonino Puglisi per 3 020 lire annue. Sono tutti segnali di una amministrazione che, pur in tempi straordinari, cercava di proseguire l’ordinaria gestione e i servizi essenziali.

In ambito istituzionale, Statella coronò un obiettivo a lungo perseguito dall’élite locale: il ripristino della provincia di Siracusa. Nel 1892 infatti fu approvata la legge di ricostituzione dell’entità provinciale siracusana (che era stata soppressa nel 1865); Siracusa tornò così ad essere capoluogo di provincia, con l’effettivo insediamento di un proprio prefetto nel 1892 – 1893. Statella, come sindaco, fu protagonista delle trattative politico-amministrative che portarono a questo risultato: collaborò con il deputato Salvatore Politi e altri notabili per ottenere da Roma la divisione dell’ex “provincia di Noto”. La ricreazione della provincia, formalizzata completamente nel 1895, ridiede a Siracusa maggiore peso politico e nuove risorse. Statella considerò certamente questo traguardo come un coronamento degli sforzi compiuti per far emergere la città dal ruolo marginale cui era stata relegata dopo l’Unità. I rapporti del sindaco con il ricostituito Consiglio provinciale e con il nuovo prefetto furono improntati a rispetto istituzionale: Statella, pur attento a difendere gli interessi cittadini, era conscio della necessità di mantenere l’ordine e la collaborazione con il governo centrale.

Il secondo mandato di Statella terminò nell’autunno 1894. Quell’anno segnò la fine di un’epoca: con la repressione dei Fasci e la svolta autoritaria del governo Crispi, il clima politico mutò profondamente. A Siracusa, dopo Statella, la guida del Comune passò nel 1895 al principe Mario Landolina di Bellaprima e negli anni immediatamente successivi ad altri esponenti aristocratici e notabili (Michele Bonanno nel 1896 – 1897, quindi il cav. Luigi Vinci dal 1898). Alessandro Statella, ormai ultrasessantenne, si ritirò a vita privata dopo aver servito complessivamente quasi nove anni come sindaco nei due mandati sommati. Nel luglio 1893, pochi mesi prima di lasciare l’incarico, egli aveva ricevuto una prestigiosa onorificenza: il re Umberto I lo nominò Commendatore dell’Ordine Mauriziano (Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro), proprio in riconoscimento dei servizi resi come sindaco di Siracusa. Nello stesso decreto figuravano prefetti e alti funzionari del Regno, a conferma che Statella veniva equiparato per importanza ai massimi dirigenti locali.

Ultimi anni e memoria

Fine carriera e morte

Dopo il 1894 Statella non ricoprì più incarichi amministrativi di primo piano. Quasi settantenne, si ritirò nella sua residenza siracusana, pur continuando a seguire gli eventi cittadini come figura rispettata e consultata informalmente per la sua esperienza. Il suo successore alla guida del Comune, il principe Landolina, e altri amministratori locali ogni tanto chiedevano il suo parere da “patriarca” della politica cittadina. Nel maggio 1897 Statella poté vedere realizzato uno dei progetti a cui aveva tenuto: partecipò con soddisfazione all’inaugurazione del Teatro Comunale (aperto con la rappresentazione del Faust di Gounod), essendo invitato d’onore alla serata inaugurale nel nuovo teatro di Ortigia da lui sognato 25 anni prima. Negli ultimissimi anni di vita, Siracusa conobbe ulteriori progressi – ad esempio nel 1899 fu attivato il primo acquedotto moderno che portò acqua potabile in città – frutto anche dei semi gettati dalle precedenti amministrazioni.

Alessandro Statella si spense a Siracusa nel corso del 1900, all’età di circa 74 anni, probabilmente dopo una breve malattia e circondato dalla famiglia. La stampa locale gli dedicò verosimilmente elogi funebri, ricordando i molti anni trascorsi al servizio della città. Un cronista storico notò come con lui “la famiglia Statella si avviava al tramonto”: l’antica casata, per generazioni dominante a Spaccaforno e influente a Siracusa, chiudeva il secolo profondamente ridimensionata ma ancora onorata. Pochi decenni dopo, nel 1935, sarebbe morto anche il figlio Enrico (già sindaco), segnando l’estinzione definitiva del ramo maschile di famiglia.

Ricordo e intitolazioni

Alessandro Statella è ricordato nella storia locale come uno dei sindaci più rappresentativi dell’Ottocento siracusano. La sua doppia sindacatura, intervallata da un lungo periodo, compare in tutte le cronotassi ufficiali del Comune. In città, però, non risultano vie o piazze a lui intitolate (a differenza del fratello Vincenzo, cui sono dedicati una via e la Caserma “Statella”, ex distretto militare). Ciò si spiega col fatto che Siracusa ha privilegiato nelle commemorazioni soprattutto i caduti risorgimentali o i sindaci immediatamente post-unitari; Statella, figura più defilata dopo il 1900, è rimasto in parte nell’ombra della memoria urbana.

Nondimeno, la sua eredità è presente in molti aspetti della Siracusa moderna. Il Teatro Comunale cittadino può essere considerato un monumento alla sua visione amministrativa: fu Statella, nel 1872, a posarne la prima pietra e a investire capitale politico nell’opera. Inoltre, l’aver dotato Siracusa di fiere e manifestazioni pionieristiche (come l’Esposizione provinciale del 1871) lo pone tra i precursori dello sviluppo economico locale. Gli storici siracusani gli riconoscono anche un’amministrazione onesta e rigorosa: il cronista coevo Emilio Bufardeci, pur vicino a posizioni repubblicane, lo descrisse come “galantuomo e di grande autorità”.

Dal punto di vista storiografico, Alessandro Statella è menzionato in tutte le opere che trattano la Siracusa post-unitaria. Compare nelle enciclopedie cittadine (inclusa Aretusapedia) e in studi sul ceto dirigente locale. Un recente studio sull’aristocrazia siracusana, ad esempio, lo definisce “il terzogenito antiborbonico di casa Statella, comandante della Guardia Nazionale e sindaco del nuovo re Vittorio Emanuele”, sottolineando il suo ruolo nel traghettare la nobiltà siracusana verso la lealtà al Regno d’Italia. In definitiva, Statella resta una figura chiave per comprendere la transizione di Siracusa dall’ancien régime borbonico alla modernità istituzionale italiana. La sua vita abbracciò momenti cruciali (dai moti del 1848 all’Unità, dalla presa di Roma alle rivolte del 1894) e la sua azione amministrativa ha lasciato tracce nei servizi pubblici, nelle infrastrutture e nella memoria civica, seppur in modo discreto. Si può definirlo un “sindaco gentiluomo”, emblema di un’epoca in cui gli aristocratici locali seppero reinventarsi come amministratori al servizio del bene comune. Siracusa deve in parte a lui il proprio rinnovamento ottocentesco e, pur senza clamori, il nome Statella rimane legato ai progressi compiuti dalla città nella difficile fase post-unitaria.

Fonti e bibliografia essenziale

Fonti primarie e istituzionali:

  • Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, n.171 del 21 luglio 1893, pp. 3029-3030. – Elenco delle onorificenze conferite nella ricorrenza della Festa nazionale; include “Statella conte Alessandro, sindaco di Siracusa” nominato Commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. (Autore: Ministero della Real Casa; data: 1893; accesso 2025).
  • Archivio Comunale di Siracusa – Conto amministrativo esercizio 1873 (riportato in: Luigi Carta, L’agro priolese, vol. V). (Dati di bilancio comunale su spese per Priolo; ente: Comune di Siracusa; anno di pubbl. 1874; accesso 2025 tramite rielaborazione in Carta 2007).
  • Delibere del Consiglio Comunale di Siracusa, 1873-1874 – Estratti: istituzione scuola femminile a Priolo (26/5/1873); creazione del Corpo Vigili Urbani (4/7/1874). (Fonte: Archivio Storico Siracusano; accesso 2025 tramite Carta 2007).
  • Corrispondenza del Sindaco Statella col Prefetto Basile, 1871 – Lettera del 21/10/1871: Statella riferisce sull’adesione del Comune al progetto di sussidi governativi per le scuole femminili di Noto. (Archivio della Prefettura di Siracusa; citato in Carta 2007; accesso 2025).
  • Cronotassi dei sindaci di Siracusa (1860–1946) – Elenco ufficiale di sindaci e commissari dall’Unità al secondo dopoguerra; conferma Statella in carica 1872-1876 e 1890-1894. (Fonte: Comune di Siracusa, sito istituzionale; accesso 2025).

Studi storici e fonti secondarie:

  • Luigi Carta, L’Agro Priolese, vol. V, Progetto “Educazione alla Legalità”, Centro Educazione Cultura Alta Pusteria, 2007. – Ricerca storica sulle borgate di Priolo, con estratti da documenti d’archivio ottocenteschi. Contiene informazioni sull’amministrazione Statella (anni 1871-74 e 1890-95), inclusi riferimenti a delibere, spese comunali e alla nomina a sindaco ff. nel 1884. (Accesso: versione PDF via cecap.it/Yumpu, 2025).
  • Archivio Storico Siracusano, Serie III, vol. XVII (2003), Editrice Mediterraneo. – Contiene un saggio sul tramonto feudale degli Statella: genealogia di famiglia e contesto storico-economico tra Spaccaforno e Siracusa. Fornisce dati sulle morti dei membri della famiglia (riporta Alessandro Statella “morto nel 1900”) e sul ruolo di Alessandro come ultimo capofamiglia maschio influente. (Autore: A. Lauretta; pubbl. 2004; accesso 2025 tramite estratto PDF).
  • Antonio Randazzo (a cura di), sito web Siracusa – memoria, ricordi, accadimenti: sezione “Esposizione Siracusa 1871, Piazza Duomo”. – Ricostruzione dettagliata dell’Esposizione agraria-industriale del 1871 tratta da cronache d’epoca. Descrive la cerimonia inaugurale con intervento del sindaco conte Statella e l’impatto sociale dell’evento. (Fonte secondaria basata su testi di E. Bufardeci e altri; data pubbl. s.d.; accesso 2025).
  • Teatro Comunale di Siracusa – La Storia (sito ufficiale Teatro Massimo di Siracusa). – Sezione storica dedicata al Teatro Comunale: conferma che il 14 marzo 1872, su iniziativa del sindaco Statella, fu posata la prima pietra dell’edificio e affidato il progetto all’ing. Breda; illustra poi le vicende costruttive fino all’inaugurazione del 1897. (Fondazione Teatro di Siracusa; aggiorn. 2016; accesso 2025).
  • Antonino Imbelluso, Sindaci di Siracusa (dal 1861), in Aretusapedia – Enciclopedia di Siracusa (online). – Voce con l’elenco cronologico dei sindaci. Conferma le date dei mandati di Alessandro Statella (1872-76 e 1890-94) e i nomi di predecessori e successori. (Pubbl. Aretusapedia, 2020; accesso 2025).
  • Emilio Bufardeci, Le funeste conseguenze di un pregiudizio popolare, Tip. Giustolisi, Siracusa 1882. – Opera narrativa/storica siracusana; contiene riferimenti encomiastici a figure cittadine. Menziona Vincenzo Statella in termini affettuosi e, indirettamente, Alessandro, definendolo un “galantuomo di grande autorità” nelle memorie di un contemporaneo. (Accesso 2025 via citazioni in Randazzo.it).

Siti web e altre fonti:

  • Antonio Randazzo – Personaggi storici siracusani, voce “Statella Vincenzo”. – Breve biografia del fratello minore di Alessandro. Utile per il contesto familiare (nascita 1828, ruolo del padre Enrico come maresciallo borbonico, legami matrimoniali con i Trabucco) e per comprendere l’ambiente in cui Alessandro crebbe. Conferma l’anno di nascita di Vincenzo e il nome dei genitori (Enrico Statella e Marianna Musso). (Accesso 2025).
  • Combattentiliberazione.it – Terza Guerra d’Indipendenza, scheda “Statella Vincenzo”. – Riporta il luogo di nascita di Vincenzo Statella (Spaccaforno) e i nomi dei genitori (Enrico Statella e Marianna Musso), informazioni utili alla genealogia di Alessandro. (Ass. Naz. Combattenti e Reduci, 2011; accesso 2025).
  • Facebook “Le bellezze di Siracusa” (post del 2020). – Citazione: “il Comune, guidato dal conte Alessandro Statella, e la Provincia sostennero Luigi Campisi…” – conferma l’aneddoto del sostegno economico offerto dal Comune di Statella a un artista locale negli anni Novanta dell’Ottocento. (Fonte non istituzionale; accesso 2025).

Fonti

Nessuna fonte trovata.